Il provvedimento potrebbe eliminare il diritto alla cittadinanza italiana per pronipoti e trisnipoti; l’opposizione denuncia incostituzionalità e retroattività
Il Senato italiano voterà giovedì 16 maggio alle ore 10 (ora locale, le 5 del mattino in Brasile) il Decreto-Legge 36, che modifica drasticamente le regole per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis — cioè il diritto alla cittadinanza trasmessa per sangue ai discendenti di cittadini italiani. Il governo dispone di un’ampia maggioranza per approvare il testo, già in vigore dal 28 marzo.
Se approvato da entrambe le Camere del Parlamento entro il 26 maggio, il decreto diventerà definitivo. In caso contrario, perderà validità.
Cosa cambia nella cittadinanza italiana?
Il nuovo decreto limita il riconoscimento automatico della cittadinanza italiana solo ai figli e ai nipoti di italiani nati in Italia. Inoltre, introduce nuove condizioni:
- I figli di italiani dovranno risiedere in Italia per 2 anni per concludere il processo;
- I nipoti dovranno vivere nel Paese per 3 anni;
- I pronipoti, trisnipoti e altri discendenti più lontani perderanno completamente il diritto di richiedere la cittadinanza italiana.
Critiche e denunce di incostituzionalità
Il decreto ha suscitato una forte reazione da parte dell’opposizione in Senato. I parlamentari affermano che il provvedimento viola diritti acquisiti e applica le regole in modo retroattivo, il che sarebbe incostituzionale.
La senatrice Dafne Musolino (Italia Viva) ha definito la proposta una “falsa legalità”. Secondo lei, il testo “nega i diritti sulla base della burocrazia”. Il senatore Francesco Giacobbe (Partito Democratico) è stato ancora più diretto:
“State spezzando la catena della cittadinanza. State punendo chi ha acquisito una seconda cittadinanza, cosa permessa dalla Legge 91 del 1992. Ora queste persone non potranno più trasmetterla ai figli. È un’offesa alle nostre comunità all’estero.”
Giacobbe ha inoltre avvertito che, con l’approvazione della nuova norma, “in una generazione non ci saranno più italiani riconosciuti per discendenza nel mondo”.
Maggioranza di governo divisa
Nonostante la maggioranza governativa, esistono divisioni interne. Il partito Lega, guidato da Matteo Salvini, ha espresso disagio nei confronti del testo. Il senatore Paolo Tosato si è rifiutato di votare il decreto in commissione, e la senatrice Daisy Pirovano ha dichiarato che l’argomento dovrebbe essere trattato tramite un disegno di legge, con un dibattito più ampio e la partecipazione popolare.
Percorsi legali ancora possibili
Nonostante i cambiamenti, esistono ancora strade legali per ottenere il riconoscimento della cittadinanza, in particolare per chi ha già avviato la procedura o possiede documentazione in corso. Studi specializzati continuano ad agire sulla base di tesi giuridiche consolidate e precedenti favorevoli.